segunda-feira, 14 de dezembro de 2009

OUTER AND INNER SPACE ( La mancanza del genio di Warhol)

Cosa si pensa quando si guarda “Outer and Inner Space (1966) di Andy Warhol.Questo corto e’ considerato uno dei piu importanti lavori di Video art fatti prodotti creati da Andy Warhol.Preso anch’io,scaricandolo tramite internet mi sono messa a riguardare questa opera (vista una volta soltanto anni fa) per entrare nel vivo concetto dell’arte di Warhol.Nel video c’e’ una distinzione fra la pellicola ed il nastro mentre introduce le emissioni della registrazione in tempo reale e delle risposte simultanee.Perche’ questo video e no uno da Laurie Anderson scaricabile anche quello con estrema facilita’.Perche’ forse in alcuni casi si dimentica cosa vuol dire fare video art.Non entrando in merito al video e all’ opera di Warhol ( chi fosse interessato puo’ cercare sul net tutte le informazioni necessarie sul mondo della video art con tanto di trascrizioni di famosi critici statunitensi) quello che viene ripreso citando Andy Warhol e’ l’ idea in se stessa di fare video.Guardando un po in giro su vari canali e su altre reti mi sono resa conto quanto la parola Video art sia usata anche in maniera impropria o forse molto sopravalutata per indicare una migliaia di combinazioni che forse di arte non c’e’.Mi rivolgo ai quei pochi casi visti sul canale Youtube o capitati per caso ,senza fare ne nomi e cognomi,ma analizandoli e vedendoli mi sono messa nei panni di chi di arte non ci capisse niente e mi sono resa conto…ma cosa e’.che mi rappresenta.Essendo anche molto critica anche in cio’ che faccio io,mi sono resa conto di quanto materiale viene riversato nel canale web o audiovisivo in generale e non ci sia una grande scelta di autori capaci di dare lo stesso effetto o la stessa genialita’ di Warhol.Non sto parlando di David Hall, Gregory Markopoulos, Georges Melies,Nam June Paik,Edwin Porter,Andy Warhol ma anche di altri che sono venuti dopo o stanno emergendo adesso ma di una serie di chaos mediatici su web che fanno pensare che tutti possono dire Video art ma pochi la sanno mettere in pratica.Ricordo una grossa critica fatta ad un gruppo andando in una mostra/conferenza e ricordo la critica credo quasi azzeccata di un operatore nel settore dello spettacolo.Rileggendola e ricordando le parole dette in quella sede e le dichiarazioni fatte su un video che personalmente non ho visto, mi ha fatto venire in mente che forse , a volte, non si e’ molto critici sul lavoro svolto.L’idea di criticita’ nella produzione dell’idea del video deve essere uno dei punti di emersione e di punto di forza capace di far migliorare il video.Non sto parlando dei sistemi usati nel produrlo,nelle tecniche di comunicazione standard usate,sto parlando dell’idea che da concetto passa ad essere un oggetto visivo.Si puo’ prendere la macchina da presa qualunque digitale e si puo andare in giro fotogrammando ogni momento,si puo registrare la conversazione della vicina di fronte e tutti i suoni che possono dare una grande citta’ ad esempio o i colori se si vuole realizzare un esterno ma quando facciamo un interno o facciamo un qualcosa che non esiste nella realta e mi riferisco ad idee di forme congeniali abinate o accostate a colori si deve tener conto del potere di effetto visivo con un certo richiamo di successo.L’idea che si vuole rappresentare sia essa immaginata che reale deve poter dare un effetto ipnotico,e non di dubbio.Sia esso legato alla sonorita’ sia esso legata all’ allestimento sia esso legata ad ogni sistema di rappresentazione,l’idea di base deve essere verificata.Quindi in conclusione io credo che avere un idea di base con una spiegazione che puo’ anche non essere trasmessa puo’ solo che aiutare l’informazione stessa di un video.

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